La battaglia di Legnano come mito fondatore nazionale

per legnan 2024

La settimana scorsa abbiamo assistito a come l’Atalanta,la prima squadra di calcio provinciale lombarda,  battendo in finale la tedesca Bayern Leverkusen, si sia aggiudicata l’Europa League, entrando così nella storia, rendendo orgoglioso il popolo bergamasco. Vittoria che a suo modo può essere interpretata come un qualcosa di schiettamente lombardo, riguardando appunto i bergamaschi aventi la fama di essere maggiormente attaccati alla propria identità territoriale, cosa che purtroppo difficilmente si può dire per esempio riguardo Milano, la quale ahinoi, ha la reputazione di essere una città internazionale e progressista.

Nove secoli fa, nello stesso periodo dell’anno, il 29 maggio del 1176, abbiamo avuto un’altra, ben più “concreta” vittoria lombarda sui tedeschi, ossia la battaglia di Legnano che vedette le città cisalpine unitesi nella Lega Lombarda, sconfiggere le truppe del Sacro Romano Impero di Federico Barbarossa. In questo modo le città lombarde si guadagnarono una propria autonomia confermata con la pace di Costanza nel 1183, senza però secedere ufficialmente dal Sacro Romano Impero Germanico.

Pur essendo stata questa ricorrenza a suo tempo strumentalizzata dalla propaganda risorgimentale in funzione italianista antigermanica (al punto che Legnano viene citata pure nell’Inno di Mameli), e pur essendo stata resa ufficiale in tempi relativamente recenti in qualità di festa regionale della Regione Lombardia, essa ricopre un ruolo assai marginale nella storiografia italiana ufficiale. Questo ovviamente non senza motivazioni di tipo politico aventi a che fare con la Lega “secessionista”. Del resto non si può negare che la prima Lega Nord di Bossi abbia avuto il merito di “deitalianizzare” questo evento storico, facendolo passare non più come un trionfo italiano sull’oppressore germanico (come faceva il Manzoni parlando degli Asburgo e del Regno Lombardo-Veneto), ma come presa di coscienza dei lombardi che di fronte all’oppressione forestiera hanno trovato la forza di mettere da parte le proprie rivalità interne e di farsi valere di fronte a quello che all’epoca era di fatto l’impero più potente d’Europa. Visione che noi lombardisti condividiamo appieno e che riteniamo che debba essere recuperata perchè va da sè che essa in principio sia valida non solo in quel caso in cui l’oppressione viene da oltre le Alpi, ma anche da sud.

Sia chiaro, non è nostra intenzione mettere sullo stesso piano la Repubblica Italiana con il Sacro Romano Impero (pur essendo esso stato creato da colui che mise fine all’indipendenza del Regno Longobardo)che tra le entità politiche esistite in passato probabilmente è stato ciò che si avvicina maggiormente ad un’Europa dei Popoli. Tuttavia se si vuole pensare in grande, prima è necessario partire dal “piccolo” , dal momento che è inutile parlare di un’unica Europa se non si è consapevoli del fatto che non esista nessuna Europa senza le sue Nazioni, tra cui ovviamente anche la nostra Lombardia. Perchè altrimenti non avremmo altro che l’attuale Unione Europea che non è nient’altro che un’unione burocratica delle banche che sta portando i “suoi” popoli autoctoni all’estinzione.

Qualcun’altro potrebbe dire che la battaglia di Legnano sarebbe stato un evento storico più negativo che positivo dal momento che alla lunga avrebbe portato all’eccessiva frammentazione della Grande Lombardia, impedendo qualsiasi coesione tra i cisalpini e favorendo quel tipo di mentalità per la quale l’unica cosa che conterebbe sarebbe soltanto il profitto e il proprio “orticello” (pensiamo a Lombard Street e alla parola “Lombard” che in Est Europa è sinonimo di banco dei pegni). Ma questo è un discorso che potrebbe essere fatto quasi per qualsiasi evento storico importante, anche perchè lo sviluppo economico e l’individualismo, storicamente hanno riguardato non solo la Lombardia, ma gran parte dell’Europa occidentale, portando a non pochi effetti collaterali di cui risentiamo oggi. Inoltre ad uno sguardo meno superficiale tale visione cozza con le dinamiche con cui si è sviluppata l’epopea della Lega Lombarda, dato che la battaglia di Legnano stessa e il giuramento di Pontida, abbiano avuto luogo grazie alla coesione che i lombardi riuscirono a creare in un momento critico (il Barbarossa rase al suolo Milano ricordiamo), causato a sua volta dal fatto che ai tempi gli imperatori tedeschi vedessero la Lombardia più come terra da sfruttare per la riscossione delle tasse e per la vicinanza geografica al Papato, piuttosto che una terra in cui gli abitanti andrebbero amministrati e trattati da pari. Certo, purtroppo col passare del tempo lo spirito che animò i lombardi a Legnano si affievolì, ma per noi resta comunque un ideale da ricordare e da cui prendere esempio, senza contare che a loro modo, nei secoli successivi a tale ideale ci andarono vicino Gian Galeazzo Visconti, il cui progetto fallì per una serie di avvenimenti sfortunati, e in misura minore la Serenissima, espandendosi sulla terraferma lombardo-veneta.

Qualcun’altro ancora ,  particolarmente prevenuto, potrebbe tirare in ballo il fatto che Alberto da Giussano sarebbe stato un personaggio storico leggendario, senza considerare che esso sia ispirato a Guido da Landriano, comandante militare che guidò la Lega Lombarda proprio a Legnano. Così come potrebbe tirare in ballo il fatto che Pavia, Como e Lodi abbiano parteggiato per il Barbarossa, riducendo la vicenda ad una banalissima faida tra guelfi e ghibellini. Tuttavia si tratta di “difetti” che possono essere individuati nei miti fondatori di qualsiasi Nazione vera o artificiale che sia. Difatti nessuno si lamenta più di tanto se pure la fondazione di Roma da parte di Romolo e Remo sia molto intrecciata con le narrazioni leggendarie e nessuno in particolare si lamenta del fatto che il 17 marzo del 1861 con la proclamazione del Regno d’Italia mancassero all’appello non solo il Triveneto ma pure Roma stessa. Nessuno si lamenta del fatto che durante il Risorgimento molti veneti ma anche lombardi (basta pensare alla battaglia di Lissa e alla Brigata Estense) abbiano combattuto dalla parte degli austriaci, così come nessuno cerca di ridurre la contrapposizione, sempre di quell’epoca, tra i “patrioti” risorgimentali e i filo-austriaci ad una semplice faida tra giacobini e reazionari (anche se ogni tanto non sarebbe male!).

Auspichiamo quindi che il 29 maggio possa essere per davvero la festa nazionale per noi lombardi, affinchè possiamo sempre essere consapevoli del fatto che la nostra forza stia nel saper conciliare lo sviluppo socio-economico con l’amore per le nostre radici e l’attaccamento alla nostra terra seconda a nessuna, e affinchè possiamo sempre tenere a mente di non dover essere gli schiavi di nessuno.

Salut Lombardia!

 

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