Considerazioni sulla situazione sociopolitica della Svezia

Devo riconoscere che, quando tre anni e mezzo fa decisi di trasferirmi a Stoccolma per motivi di studio, non mi aspettavo affatto una degenerazione sociale e morale di tali proporzioni in Svezia.

Questo shock potrebbe essere dovuto al fatto che ero già stato con due miei cari amici brianzoli a Stoccolma a fine 2008 e la situazione mi era parsa nettamente ”migliore” rispetto a quella odierna: in quel periodo c´erano infatti, per le vie di Stoccolma, molti piú svedesi e molti meno allogeni di quelli che ho avuto modo di notare nei primi giorni del 2014.

Nel giro di 5 anni la situazione è peggiorata notevolmente e sembra peggiorare sempre piú giorno dopo giorno, ora dopo ora.

Gli immigrati sono cosí numerosi da risultare ben inseriti in qualsiasi livello della società.

Sono operai, impiegati, cassieri di supermercato, bancari, gestori di discoteche, proprietari di negozi di vestiti a Stureplan e Östermalm (le zone piú chic e snob della cittá), proprietari di bar e ristoranti italiani (che attirano molta clientela svedese) e stanno addirittura cominciando a costruirsi immobili, palazzi e ville.

Come origine c’è di tutto e di piú: dai sudamericani ai mediorientali, dagli africani agli asiatici.

Accogli chi è “meno fortunato” oggi, domani e dopodomani e ottieni il risultato che gli immigrati sono arrivati a essere il 20% delle persone che risiedono in Svezia.

Veramente inquietante.

Ma ancora piú inquietante è che non esista una vera e propria forza, politica e non, in grado di opporsi a questa invasione a tutti gli effetti.

I Democratici Svedesi (SverigeDemocraterna), che negli anni novanta erano stati curiosamente etichettati come ”neonazisti” da qualcuno, oggi sono oramai diventati l’ennesimo partito populista che nei fatti non vuole opporsi all’ordine mondialista.

Da quando Jimmy Åkesson ha letteralmente svenduto (se non regalato) lo SD, il mondialismo può purtroppo fare il gioco che vuole in Svezia.

L’alleanza di “centro-destra” che si è creata nel settembre del 2010 tra i cosiddetti “Moderaterna”, il “Folkpartiet” e il “Centerpartiet” non ha fatto altro che peggiorare la situazione: l´immigrazione extraeuropea in Svezia continua ad aumentare vertiginosamente e, per il biennio 2014-2015, sono previsti arrivi per l’incredibile cifra di 147.000 nuovi immigrati!

Non capisco proprio come sia possibile che così tanti Svedesi non si rendano conto che è insostenibile un simile trend immigratorio, non solo da un punto di vista etnico, sociale e culturale ma anche economico.

Molti immigrati sono poveri e molto prolifici e hanno quindi il diritto a ricevere sussidi pubblici: chi volete che mantenga questi numerosi nuovi ospiti?

La cosa piú fastidiosa è però l’odio e l’arroganza che questi immigrati hanno nei confronti di chi è cosí generoso con loro da accoglierli nel loro paese offrendo loro una vita agiata.

Non molto tempo fa ho avuto modo di “confrontarmi” con un ragazzo palermitano che lavora a Gamla Stan e che ha avuto il coraggio, o forse l’arroganza, di palesare le intenzioni della maggior parte degli immigrati.

Per la chiarezza con cui è esposto il messaggio, mi limito quindi a riportare quanto scrittomi in una discussione su Facebook.

“quelli come me lavorano a Galma stan, con altri arabi primo noi palermitani siamo figli degli arabi secondo io sono rom ma tu manco lo sai che esitstono rom italiani perhcé il nostro obbiettivo e quello di conquistare löeuro+a e lo stiamo facendo perche tutti I proprietary di ristoranti e bar a gamla stan sono arabi”.

Parole che si commentano veramente da sole.

Ma se la situazione svedese è sicuramente molto grave, la situazione odierna della nostra amata Lombardia è, a mio avviso, addirittura peggiore di quella della Svezia e di qualsiasi altra realtà nazionale europea.

Mentre in Svezia, cosí come in Francia o in Germania, gli indigeni sono quantomeno la maggioranza assoluta qualificata, noi Lombardi siamo oramai la maggioranza relativa da tempo.

Sperando che l’esposizione di questa mia testimonianza possa aiutare molti Lombardi ed Europei a riflettere, ricordo con forza che, se non ci muoviamo concretamente il prima possibile, il nostro destino è l’estinzione.

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