Elezioni del 4 marzo, tra politica e ideali

Giudicando la scena dal punto di vista dei nostri (non solo) principi, Salvini che giura sulla Costituzione della RI e sul Vangelo (come Boldrini, Bergoglio o anche come un qualsiasi neocon americano), verrebbe da dire che il tale non sia altro che un mediocre che pur di avere la speranza di aumentare il proprio peso politico sarebbe disposto a rinunciare alla coerenza, ed anche ad alcuni nobili principi (purtroppo traditi anche ben prima della svolta italianista di Salvini) I quali hanno contraddistinto la Lega nei suoi primi anni dalla fondazione. Alla fine però, nonostante ciò non si può biasimarlo più di tanto, perchè al giorno d’oggi crescere politicamente, soprattutto se si parla di alti livelli, vuol dire innanzitutto il sapersi adattare all’ambiente, o in altre parole essere disposti a rinnegare  a dei punti della propria ideologia ritenuti troppo scomodi, nel nome di un mero opportunismo, così come fare compromessi di dubbio valore morale e di dubbia utilità anche nel lungo termine (basta ricordare gli inciuci tra le LN e Berlusconi).

Molto spesso si da per scontato che le idee forti siano difficilmente applicabili alla massa, motivo principale per il quale la cosidetta estrema destra, per avere qualche possibilità di avere un successo concreto debba avvicinarsi alle varie centro-destre. Anche se è vero che certe idee non siano per tutti, qui non si può fare a meno di mettere in luce un altro problema. La cosidetta destra “mediocre”, molto spesso riesce ad emergere, mettendo in ombra altre forze politiche più “estreme”, e per questo marginali, non solo grazie alla massa che tende alla moderazione, ma anche grazie a coloro, che a parole essendo duri e puri, preferiscono sostenere con i fatti non quei movimenti che gli sono più affini ideologicamente, ma quelli che hanno più seguito, avendo posizioni più accettabili per il sistema, come in questo caso lo è diventata la Lega di Salvini. Attenzione, qui non vogliamo criticare quelli che in mancanza di una valida alternativa al marasma neomarxista, preferiscono votare per il meno peggio, e nemmeno quelli che decidono di partecipare alle elezioni politiche, magari anche per grossi partiti avendo buone intenzioni, ma coloro che volendo sempre avere il piatto pronto e pur di non rischiare di restare emarginati, sono disposti ad assumere come proprio leader coloro che nei fatti si dimostrano talvola poco diversi dagli esponenti principali del sistema che dicono di criticare.

In vista delle prossime elezioni, come abbiamo già fatto in un’altra sede noi di Grande Lombardia invitiamo gli identitari lombardi a votare per i candidati della Lista Fontana (essendo le loro proposte le più accettabili dal nostro punto di vista, trattandosi di autonomia sia fiscale che culturale, cioè il minimo che la Lombardia meriterebbe), per quel che riguarda l’ambito “nazionale”, non occorre certo una mente geniale per capire che le opzioni preferibili sarebbero appunto la Lega di Salvini (nonostante tutto), oppure l’astensione, anche se qualcuno potrebbe ritenere opportuno votare Casapound nonostante i disaccordi sulla visione dell’Italia. In poche parole vorremmo ricordare che pur ritenendo necessario il cercare di influire sul quadro politico con i mezzi disponibili, la cosa da non fare mai è quella di rinnegare i propri ideali, solo per questioni di convenienza per quanto estemisti ed utopici possano apparire. In un’epoca in cui la menzogna è legge, anche dire o sostenere la verità è un atto rivoluzionario.

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