Anche quelle piccole sono vittorie

Ieri si è concluso il referendum per l’autonomia delle Regioni “Lombardia” e Veneto, le quali hanno visto un’affluenza rispettivamente del 40% e del 60%.

In entrambi i casi più del 90% dei votanti si è espresso a favore di maggiore autonomia dallo stato italiano. Anche se i detrattori cercano di sminuire i risultati del referendum lombardo (fare lo stesso con quello veneto è un pò più dura) allundendo all’affluenza che è stata inferiore al 50%, non si può certo trascurare il fatto che 3 milioni di residenti della Regione Lombardia si siano fatti avanti per esprimere il proprio consenso su quella che viene anche chiamata questione settentrionale. Appare evidente che in Veneto il successo sia stato più grande,  tuttavia anche i risultati del referendum lombardo non possono essere considerati un fallimento, considerando anche l’assenza del quorum.

Oltre ad essersi presentata l’opportunità di miglioramento della situazione da un punto di vista fiscale, opportunità che i lombardo-veneti hanno saputo sfruttare relativamente bene, i risultati delle votazioni evidenziano anche altre tendenze positive:

  • La maggioranza schiacciante dei votanti, come è stato evidenziato sopra, ha votato per il sì, mentre gli scettici e i nemici dichiarati del referendum (nonchè i nemici di ogni istanza di autodeterminazione, dai neofascisti ai marxisti arcobalenati) hanno pensato bene (senza ironia) di non votare proprio. Questo dimostra che la parte più sana della popolazione della Lombardia e del Veneto si è dimostrata politicamente più attiva, nonchè più interessata al proprio destino e al destino della propria terra, il che ci rende alquanto fiduciosi.
  • In Veneto c’è stata un’affluenza maggiore che in Regione Lombardia, mentre nella Regione Lombardia stessa le affluenze nel bresciano e nel bergamasco sono state nettamente più alte che a Milano. In poche parole si è visto maggiore interesse a tematiche di autodeterminazione in quelle aree che sono state meno colpite dal degrado migratorio degli ultimi decenni. Anche se qualcuno potrebbe pensare che questa sia una coincidenza, questo dato darebbe conferma del fatto che nulla ci vieta di conciliare la lotta all’immigrazione di massa con la lotta per il diritto all’autodeterminazione dei popoli granlombardi, ormai ridotti a minoranza nella propria terra.
  • In Europa stiamo assistendo anche ad altre tendenze e cambiamenti positivi come in Catalogna e in Europa Centrale dove alle recenti elezioni in Cechia, Austria e Germania hanno avuto fatto evidenti progressi i partiti euroscettici contrari alle politiche migratorie di Bruxelles.

Ora non ci resta altro che vedere se i risultati di ieri porteranno veramente qualcosa di concreto, anche solo in termini economici e dal nostro canto vogliamo ribadire sia ai Lombardi che ai Veneti di buona volontà di sfruttare bene anche le altre occasioni come queste che capiteranno in futuro, innanzitutto per se stessi e per dimostrare che la nostra causa non è persa come molti vorrebbero farci credere,  e non certo per fare un favore alla Lega Nord. E infine ricordatevi che il vero concetto di Lombardia e di Veneto è ben più ampio e profondo di quello compreso dai suddetti enti amministrativi attuali e che entrambe meritano di essere considerate molto di più che delle semplici regioni italiane più ricche delle altre.

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